“Quello di oggi è un appuntamento importante nell’ambito delle iniziative che la Fiom ha deciso di organizzare in tutta Italia per confrontarsi e dare la parola alle migliaia di delegate e ai delegati. Uno dei temi è il rinnovo del contratto nazionale perché oggi la dignità del lavoro passa soprattutto attraverso i salari. C’è un tavolo aperto per il rinnovo, le richieste per quanto ci riguarda ha vincoli importanti su cui il sindacato si sta interrogando: orario di lavoro e salario. Un tema incastrato in una battaglia più complessiva per un azione per il superamento delle disuguaglianze”. Lo ha detto il segretario generale della Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci, intervenendo all’assemblea promossa dalla Fiom Cgil Campania sul tema “Uniti per la dignità: lavoro, contratto, diritti”.
“La dignità del lavoro – ha ricordato Ricci – è il perno centrale della difesa della democrazia, delle lotte che i metalmeccanici in questo Paese stanno facendo in regioni come la Campania in cui l’apparato produttivo, quello manifatturiero e delle grandi multinazionali, le crisi di settori primari come quello dell’automotive, vedi Stellantis, hanno bisogno non solo di battaglie, ma di idee e proposte che questo governo e, per certi aspetti anche la politica locale, non vogliono sentire”.
“La Fiom – ha sottolineato il segretario generale regionale della categoria, Massimiliano Guglielmi – ha lanciato assemblee regionali in tutto il Paese dall’11 al 18 settembre e noi oggi a Napoli abbiamo chiesto alle delegate e ai delegati metalmeccanici Fiom di tutta la regione di vederci, di riunirci, di discutere, di confrontarci. Arriviamo al prossimo rinnovo del contratto nazionale Federemeccanica, importantissimo perché riguarderà oltre un milione e 500mila lavoratrici e lavoratori, con quattro incontri che ad oggi non hanno portato a nessun avanzamento”.
“Siamo un Paese – ha aggiunto Guglielmi – che non ha politiche industriali. La ripresa dalla pausa estiva è drammatica. Sono a rischio settori importanti dell’industria: in Campania l’automotive, la mobilità, l’elettrodomestico, l’elettronica. Settori su cui abbiamo bisogno che si cominci a ragionare, a livello nazionale, ma anche a livello regionale, di politiche industriali. Discutiamo oggi di quale può essere il ruolo della Regione, abbastanza timido fino ad oggi sulle crisi industriali, e crediamo che nelle prossime settimane, nel rapporto con le delegate e i delegati e anche con le altre organizzazioni sindacali, si debba necessariamente ragionare di iniziative ulteriori, oltre a quelle del confronto come stiamo facendo oggi”.