“La firma del Protocollo apre una nuova fase in una vicenda che si trascina da più di trent’anni e che può e deve rappresentare una vera svolta per Bagnoli, l’intera area flegrea e metropolitana attraverso l’accelerazione di tutti gli interventi, utilizzando le risorse dei fondi di coesione, con un cronoprogramma i cui tempi vanno rispettati e il monitoraggio delle operazioni previste nei prossimi due anni, con verifica finale nel 2031 per le bonifiche di terra e di mare, infrastrutture comprese. Svolta che deve creare buona occupazione”.
È quanto dichiarano il segretario confederale della Cgil Pino Gesmundo e il segretario generale della Cgil Campania Nicola Ricci in merito al Protocollo d’intesa per la realizzazione degli interventi previsti dal programma di risanamento ambientale e rigenerazione urbana del comprensorio di Bagnoli-Coroglio, siglato sei giorni fa a Napoli dalla Presidente del Consiglio Meloni e dal sindaco Gaetano Manfredi.
“Riteniamo positivo – sostengono i dirigenti sindacali – che tra gli obiettivi prioritari del Comune di Napoli ci siano legalità, occupazione, una seria rigenerazione urbana, sociale e ambientale, il rilancio e lo sviluppo dell’area declinato non solo dal versante turistico. Il protocollo, con un cronoprogramma finanziato con risorse pari a 1,2 miliardi di euro, dovrà garantire una poderosa ricaduta di nuovo e qualificato lavoro attraverso investimenti su ricerca e innovazione, già a partire dalle diverse fasi legate alla bonifica. Per questo – aggiungono – è fondamentale avviare da subito con le parti sociali un tavolo di confronto e monitoraggio presso il Comune con il coinvolgimento di tutti i livelli istituzionali coinvolti, a partire da Regione e Ministero”.
Gesmundo e Ricci ricordano poi che “Bagnoli è la più grande bonifica industriale in corso in Europa, e i progetti per la sua riqualificazione cominciarono già nel 1994 all’indomani della chiusura dell’acciaieria. La bonifica di un quartiere dove vivono circa 25 mila persone, è un nodo strategico fondamentale per lo sviluppo della intera città di Napoli, in un’area immensa che è stata per quasi cento anni uno dei luoghi centrali dell’intera industria meridionale con l’acciaieria dell’Ilva fondata nel 1904, ma che dopo la sua chiusura è rimasta abbandonata, con un destino simile a tante aree industriali dismesse del nostro paese”.
“Bonificare e riqualificare Bagnoli dimostra la capacità di pensare uno sviluppo diverso per le nostre aree metropolitane dopo la chiusura dei grandi impianti industriali, restituendo al territorio e alle popolazioni aree libere e finalmente non più inquinate dal Parco Urbano al mare”, concludono i due segretari di Cgil nazionale e Cgil Campania.