Un migliaio di lavoratrici, lavoratori e pensionati questa mattina in piazza Plebiscito a Napoli per il primo dei cinque scioperi indetti da Cgil e Uil contro la manovra finanziaria del Governo. Pubblico impiego, trasporti, sanità, scuola, appalti di vigilanza, pulizia e ristorazione collettiva, lavoratori e lavoratrici dei Consorzi di Bonifica: questi i settori che oggi hanno incrociato le braccia nella nostra regione, rispondendo alla mobilitazione lanciata dalle due confederazioni.
“La risposta non può che essere la mobilitazione e lo sciopero, perchè – ha detto il segretario generale Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci – buttarla sull’ideologia e la politica, come vuole fare qualche ministro, non significa dare le risposte giuste ai lavoratori, ai pensionati e ai cittadini sui problemi di questo paese. É una manovra che non ci convince, che non va bene. Siamo preoccupati perchè la Campania pagherà il prezzo più alto, in termini di lavoro, di pensioni, di sanità. Abbiamo chiesto al Prefetto di ribadire alla Presidenza del Consiglio che siamo organizzazioni sindacali responsabili, che hanno scioperato e manifestato in maniera civile, che il diritto allo sciopero non va intaccato e che soprattutto che va rispettata e difesa la Costituzione. Noi scegliamo lo sciopero quando non ci sono risposte alle nostre richieste”.
“In giornata invieremo al presidente Vincenzo De Luca la piattaforma con le motivazioni dello sciopero indetto da Cgil e Uil e lo inviteremo ad essere con noi alla manifestazione del 1° dicembre a Napoli. Noi siamo in piazza anche per lui, perché in questa legge finanziaria ci sono tagli anche a Regioni e Comuni. De Luca – ha aggiunto Ricci – dovrebbe essere con noi a protestare perché la Regione subirà un taglio importante, in percentuale, dei 350 milioni che saranno sottratti agli enti locali e il trasporto pubblico locale sarà penalizzato. Mi dispiace. Parlare di tutto e non confrontarsi con i sindacati non fa bene a questo Paese”.
“Se siamo scesi in piazza – ha detto il segretario generale Uil Napoli e Campania, Giovanni Sgambati – è perché vogliamo risposte da questo governo che continua a non tenere in considerazione le ragioni del mondo del lavoro, a partire dai salari e dal rinnovo dei contratti, passando per le pensioni, senza contare che non ci sono risorse adeguate per la sanità mentre per la scuola si dovrebbe mettere un argine al dimensionamento scolastico”.
“Lo sciopero di oggi e i presidi a Napoli e in tutte le province della regione Campania – ha ricordato Sgambati – sono solo l’inizio della nostra battaglia perché il 1° dicembre noi saremo di nuovo in piazza con lo sciopero generale delle regioni del Mezzogiorno, completamente assente nelle azioni di Governo. Basti pensare all’industria, dove non vi è una visione per tutelare il comparto industriale e produttivo della Campania come nel resto del Sud e poi non dimentichiamo le conseguenze sfavorevoli che deriveranno dall’autonomia differenziata che, – ha concluso il segretario generale Uil Napoli e Campania – se verrà applicata così come è stata concepita, aggraverà le diseguaglianze e le distanze tra Nord e Sud del Paese.”