“L’obiettivo che noi abbiamo è quello di rimettere al centro l’industria. Perché non c’è transizione ecologica e digitale e risorse del PNRR che generano valore per il nostro Paese senza l’industria. È per questo che la nostra battaglia, la nostra lotta è quella di implementare ed aumentare gli impianti industriali, farli funzionare, l’obiettivo che abbiamo è aumentare l’occupazione nel Sud. Per questo credo che sia importante essere in piazza l’8 ottobre”. Così il segretario generale della Fiom-Cgil, Michele De Palma, durante l’assemblea che si è svolta nello stabilimento Leonardo di Pomigliano d’Arco, in vista della manifestazione nazionale della Cgil in programma il prossimo 8 ottobre a Roma.
“Siamo qui a fare le assemblee con i lavoratori – ha spiegato De Palma – perché l’8 ottobre scendiamo in piazza a Roma per chiedere un taglio dell’imposizione fiscale sui salari dei lavoratori, un aumento dell’indennità di cassa integrazione, perché il problema principale in questo momento è che le persone con il salario che hanno non riescono neanche a far la spesa”.
“Leonardo – ha proseguito – per noi è un’industria strategica e lo è anche perché siamo in un momento elettorale, lo dovrà essere per qualsiasi governo ci sarà nel nostro Paese. In particolare noi chiediamo investimenti sulla parte civile, che significa anche investire nell’industria per costruire un asset, in particolare nel Mezzogiorno. Noi abbiamo bisogno di fare economia di scala – ha precisato De Palma – qui si produce innovazione che dopo deve servire complessivamente alla storia industriale del Paese. C’è una contrattazione di secondo livello importante, c’è un rispetto reciproco tra le parti e ci sono investimenti comuni, investimenti sui lavoratori con le stabilizzazioni che ci sono state. Quindi – ha concluso De Palma – per noi Leonardo è un punto centrale delle politiche industriali del futuro del Paese”.
De Palma si è poi soffermato anche sulla vertenza Whirlpool sostenendo che questa “vicenda è paradigmatica di tutta la situazione del Mezzogiorno e credo che sia una cartina di tornasole per tutti, innanzitutto per la Confindustria e per le aziende nazionali. Noi abbiamo le competenze, lo stabilimento, ma – ha precisato De Palma – non abbiamo ancora consolidato gli investimenti. Ci sono risorse pubbliche, ora è arrivato il momento che finiscano le chiacchiere che hanno caratterizzato le discussioni del passato e si giunga finalmente ad una soluzione industriale di rioccupazione di tutti i lavoratori. Noi non ci fermeremo fino a quando non troveremo una soluzione con le istituzioni. Nessuno può pensare di essere libero. Anche perché Whirlpool, come del resto si sa – ha concluso de Palma – ha cominciato con Napoli e ora vuole dismettere tutte le attività in area Emea. É una questione industriale di primo ordine. Come si risolve la questione Whirlpool di Napoli, è paradigma di come andrà a finire tutto il resto”.
Per il segretario generale Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci, che ha partecipato all’assemblea “la crisi in Campania è ancora più grave, perché c’è un potere d’acquisto dei salari in grossa difficoltà e nuove povertà che emergono. Grandi gruppi industriali come Leonardo – ha aggiunto – non possono ritenersi fuori dalla crisi. Il governo in carica doveva e deve dare risposte e dovrà farlo anche il prossimo governo, nell’interesse dei lavoratori e per garantire la tenuta sociale del Paese”.
“La Campania – ha detto il segretario generale Fiom-Cgil Campania, Massimiliano Guglielmi – è una regione che ha ancora una forte vocazione industriale. Ci aspettiamo che il nuovo governo che nascerà dopo le elezioni insieme alla Regione riattivi tavoli su vertenze per noi fondamentali. Una su tutti quella di Whirlpool, un omicidio colposo industriale, per capire se c’è un impegno reale anche rispetto agli interventi programmati”.
“Abbiamo il territorio di Caserta – ha aggiunto Guglielmi – in ginocchio, una crisi del perimetro dell’elettronica che coinvolge circa 1300 addetti tra Jabil, Softlab e la reindustrializzazione di Whirlpool Carinaro-Teverola, ad Avellino c’è la Stellantis che produce motori e nell’ambito della transizione energetica quello stabilimento ancora non ha una missione produttiva”. “La Campania – ha concluso Guglielmi – deve ritornare al centro dei tavoli di confronto nazionale e regionale. Abbiamo bisogno che il governo campano riprenda un’interlocuzione con il sindacato e si attivi una cabina di regia permanente che ci possa mettere nelle condizioni di monitorare e capire come la Campania possa ripartire dal lavoro e dall’industria”.