“Dopo oltre trent’anni si avvia a conclusione l’intricata vicenda del contratto d’area Torrese-Stabiese con l’apertura a Torre Annunziata del parco commerciale Maximall Pompeii. Un patto territoriale nato per dare risposta ad oltre duecento lavoratori espulsi negli anni Novanta dai cicli produttivi in seguito alla chiusura di importanti aziende che allora insistevano su quel territorio. Per questo motivo, l’insediamento commerciale e produttivo che si inaugurerà il prossimo 14 dicembre, ha avuto un importante finanziamento pubblico pari a 36 milioni di euro, oltre alla concessione dell’area ex Italtubi, completamente bonificata a spese pubbliche”. Così, in una nota, Cgil e Uil Napoli e Campania in vista dell’inaugurazione del centro commerciale Maximall Pompeii a Torre Annunziata.

“Cgil e Uil – si legge nella nota – hanno ripetutamente richiesto che, proprio a causa delle finalità con cui è stato creato il Maximall, si definisse un quadro di regole certe che tutelasse il diritto di questi lavoratori ad essere coinvolti nelle nuove attività che nasceranno in quell’area e che, allo stesso tempo, definisse un quadro di regole chiare per il contrasto al lavoro nero e all’illegalità, nel rispetto dei contratti nazionali di lavoro, tutelando il salario e i diritti di tutti i lavoratori che saranno assunti in attività commerciali e di ristorazione. Condizioni, a nostro parere, indispensabili affinché questo nuovo insediamento produttivo possa rappresentare un’occasione di sviluppo reale e duraturo e non l’ennesima speculazione a danno del territorio. In risposta alle nostre richieste, – ricordano Cgil e Uil Napoli e Campania – ancora più urgenti, viste le recenti vicende di cui è stato protagonista il cantiere, con il ferimento di un lavoratore e le risultanze di una attività ispettiva che ha contestato a ben otto aziende all’interno del centro commerciale la presenza di lavoratori irregolari già prima dell’apertura, abbiamo ottenuto solo risposte generiche e impegni vaghi, nonostante la presenza dei sindaci dell’area e numerose richieste alla Regione Campania”.

“Cgil e Uil – concludono – metteranno quindi in piedi tutte le azioni a loro disposizione per contrastare ogni fenomeno di irregolarità e di dumping contrattuale che si dovesse verificare all’interno del Maximall. Perché il nostro territorio non ha bisogno di elemosine e di elargizioni, ma di dignità e di un lavoro vero e non possiamo ammettere che si facciano speculazioni sulla pelle dei lavoratori”.