“La premier Meloni, chiamata dalla disperazione e dalla solitudine di don Maurizio Patriciello, promette sicurezza. Siamo veramente convinti che siano i drappelli delle forze dell’ordine o l’esercito, invocato oggi dal Presidente De Luca, a riportare alla normalità un quartiere dove è forte la povertà educativa e culturale? É evidente che l’azione punitiva è indispensabile ma da sola non basta. Occorre un profondo cambiamento culturale, educativo e sociale che abbia al centro, come proprio motore la cultura del lavoro, della legalità, delle differenze, perché è da qui che nasce il rispetto verso l’altro. É necessario offrire a questi giovani alternative reali, educarli all’affettività, creare occasioni di lavoro dignitoso, motivarli e aiutarli a diventare gli uomini e le donne di domani”.
Così, in una nota, la segreteria Cgil Napoli e Campania, interviene sugli episodi di violenza nei confronti delle due minorenni avvenuti a Caivano.
“É necessario – sostiene il sindacato – creare un network sociale in grado di diffondere le buone pratiche, di parlare non solo con le parole ma anche con i fatti ai ragazzi, sradicarli dalla camorra, far capire loro che la legalità non solo è giusta ma conviene. Solo se la narrazione diventa positiva potremo sperare nel cambiamento, che ha necessariamente bisogno di un nuovo protagonismo da parte dei giovani. Reti, territorio, legalità, lavoro, socialità: sono queste le parole chiave che devono accompagnare il fare quotidiano di una grande metropoli come Napoli, delle donne, degli uomini, delle organizzazioni e delle istituzioni che la vivono e la popolano. Vogliamo – conclude la nota – coinvolgere il mondo del lavoro, le delegate e i delegate, le associazioni, le istituzioni e i cittadini tutti che su quel territorio vivono e producono a sconfiggere, insieme, criminalità e degrado”.