Domani, martedì 7 febbraio alle ore 9,30 in piazza del Plebiscito a Napoli, presidio dei pensionati dello Spi-Cgil di Campania e Basilicata, davanti alla sede della Prefettura, contro il disegno di legge di autonomia differenziata “che spacca il Paese e penalizza il Mezzogiorno”.
“L’autonomia differenziata – affermano Franco Tavella e Nicola Ricci, segretari generali rispettivamente dello Spi e della Cgil Napoli e Campania – spezza l’unità del Paese, penalizza il Mezzogiorno, danneggia milioni di cittadini e pensionati. Per tali ragioni, occorre una ferma opposizione non solo in Parlamento, ma anche nel Paese. Invitiamo a partecipare tutte le forze democratiche che hanno a cuore il destino del Mezzogiorno e dei cittadini”.
“Siamo di fronte – spiegano i segretari generali Spi Cgil Basilicata, Angelo Summa e Spi Cgil Campania, Franco Tavella – ad una scelta pericolosa e scellerata che aumenterebbe le diseguaglianze e romperebbe la coesione nazionale. Il punto fondamentale su cui ruota il progetto di autonomia non è solo quello di trattenere le risorse nel proprio territorio in base al principio del differenziale fiscale, ma anche quello di gestire in autonomia l’istruzione, la sanità, i trasporti, andando a ledere i diritti universali delle persone e procurando una definitiva rottura all’unità del Paese. È chiaro che Il Mezzogiorno, che già sconta un grosso gap, si troverà in una situazione di ulteriore grave svantaggio e a farne le spese saranno i cittadini più fragili, come gli anziani, i lavoratori precari, i giovani”.
“Sarà l’autonomia delle diseguaglianze – secondo Summa e Tavella – e regioni piccole del Sud, come la Basilicata, rischiano di perdere la propria connotazione. Bisogna avviare una forte mobilitazione che coinvolga tutti e tutte a ogni livello affinché questa idea scellerata non diventi realtà. L’efficienza, il benessere, l’uguaglianza dei diritti fondamentali non possono essere beni limitati – proseguono i segretari – e la risposta a problematiche comuni a tutto il Paese non può essere l’attribuzione di maggiore autonomia e maggiori risorse ad alcuni territori, lasciandone indietro altri. Non si può rompere il vincolo di solidarietà statuale né cancellare il principio perequativo, non può essere messa in discussione l’unitarietà della contrattazione nazionale. Sanità, prestazioni sociali, istruzione e formazione, lavoro e tutela dell’ambiente devono essere garantiti in tutte le regioni, attraverso una legislazione nazionale e con un’adeguata copertura finanziaria”.
“In questo momento così difficile per milioni di lavoratori che vivono sulla propria pelle il dramma e gli effetti della crisi con il rischio di perdere l’occupazione e i tanti pensionati, costretti a vivere in una condizione di stenti con pensioni al minimo – conclude la nota di Spi e Cgil – occorre evitare ulteriori lacerazioni e derive che frantumano l’unità del Paese. Al contrario, il governo ascolti il lavoro e dia risposte per fronteggiare questa crisi economica che ha bisogno di interventi strutturali a difesa del lavoro, dei salari e delle pensioni. Serve una grande mobilitazione per rimettere al centro dell’iniziativa politica la questione del Sud”.