“Venerdì in piazza Plebiscito ci aspettiamo tanta gente perché questo non è uno sciopero politico. Daremo voce a tante delegate e delegati, daremo voce alle tante crisi industriali della Campania, daremo voce a chi non crede alla politica della speranza ma vuole fatti concreti. Abbiamo bisogno di interventi strutturali veri e risposte immediate. Non abbiamo bisogno di piccole manovre con risorse esigue. Era dallo sciopero generale per l’industria del 2019 che non si tornava in piazza in Campania. Dal 2019 ad oggi le condizioni sono appesantite, il sistema pubblico è in crisi e ci troviamo con un Governo che sul Patto per Napoli e il Pnrr non stia riservando la stessa attenzione di quello che lo ha preceduto. Anche su questo con cittadini, lavoratori, pensionati ed associazioni che scenderanno con noi in piazza, chiederemo attenzione al Governo verso il Mezzogiorno e il mondo del lavoro che va ascoltato”.
Così il segretario generale Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci, nel corso dell’intervista a Corrado Gabriele in “Barba&Capelli” su Radio Club 91 per parlare dello sciopero generale indetto per venerdì prossimo con manifestazione regionale in piazza Plebiscito a Napoli.
“Il 16 dicembre – ha spiegato Ricci – abbiamo proclamato 8 ore di sciopero perché pensiamo che questa manovra sia iniqua. Siamo nel pieno della discussione in Commissione Bilancio alla Camera, che precederà la discussione parlamentare dove sicuramente verrà approvata. Noi abbiamo la convinzione che dal basso, con azioni di mobilitazioni possiamo influenzare il dibattito parlamentare. Il fatto che da una parte della maggioranza siano arrivati oltre 400 emendamenti è indice di una insofferenza. Pensiamo che i punti cardine siano proteggere salari e pensioni dall’inflazione e il no alla reintroduzione dei voucher. Questo governo ha le idee molto chiare su quale Paese ha in mente. Anche sulla flat tax siamo preoccupati perché c’è una condizione di iniquità tra i lavoratori dipendenti e i pensionati che hanno scaglioni di reddito e le partite iva che fino a 85mila euro paga solo il 15 per cento di tasse”.
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Sulla scelta di andare separati con la Cisl e, in Campania, con la Uil “credo – ha detto il segretario generale – che non ci sia un problema di divisioni nelle organizzazioni sindacali, ma c’è un atteggiamento diverso. Ci sono letture differenti su questa manovra, ognuno ha le sue sensibilità, ma se leggiamo le dichiarazioni dei tre segretari generali nazionali, tutte hanno un tema comune: è una manovra che non soddisfa lavoratori, pensionati e famiglie. Abbiamo questa ambizione di rappresentare anche chi non è iscritto alla Cgil, intercettando le loro esigenze”.
“In questo Paese – ha detto Ricci – ascoltare forze sociali e imprenditoriali dovrebbe tornare ad essere la prassi. Per la prima volta abbiamo un governo politico, frutto di una destra sociale che in questa manovra vuole indirizzare il Paese verso le imprese e il mondo del lavoro autonomo e poco verso famiglie e pensionati. Noi vorremmo davvero – ha concluso – che i sindacati siano compartecipativi delle decisioni e che vengano ascoltati”.