Il disegno di legge regionale in materia di semplificazione edilizia e rigenerazione urbana soffre del “mancato coinvolgimento e ascolto delle rappresentanze sociali”.
È quanto affermano i segretari generali di Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci e della Fillea-Cgil Campania, Vincenzo Maio, in una nota inviata al presidente della giunta campana Vincenzo De Luca, all’assessore Bruno Discepolo e al presidente della Commissione Urbanistica Luca Cascone.
“Premesso che è compito delle istituzioni legiferare e della politica dare gli indirizzi opportuni – precisano Ricci e Maio – riteniamo che la rappresentanza sociale possa ulteriormente contribuire affinché gli atti di indirizzo e le leggi prodotte possano rappresentare meglio le esigenze dei cittadini”.
Fillea e Cgil Campania esprimono “forti preoccupazioni” sulla procedura d’urgenza dell’iter di approvazione della legge, “evidenziando alcune significative criticità qualora tale proposta dovesse trasformarsi in legge”.
“Non ci è molto chiaro – sottolineano Ricci e Maio – come si possa conciliare il contrasto al consumo del suolo incentivando il recupero, il riuso e la valorizzazione del patrimonio edilizio esistente e dei tessuti urbani, favorendo usi compatibili degli edifici e degli spazi pubblici e privati, nonché promuovendo la qualità urbana ed architettonica, se oltre alla ‘premialità’ sulla volumetria si affianca una ‘premialità’ di superficie”.
“In caso di immobili dismessi, oltre al cambio di destinazione d’uso – aggiungono Ricci e Maio – ci sembra insufficiente una percentuale pari al 20% da destinare all’edilizia residenziale sociale, in vendita o in locazione, finalizzata al recupero e al riutilizzo di complessi industriali, produttivi o commerciali dismessi. Così come riteniamo che sia necessario aprire una fase di confronto al fine di inserire nei criteri di valutazione che l’individuazione dei progetti e la loro realizzazione passino attraverso la partecipazione delle organizzazioni sociali presenti nel territorio, in particolare del sindacato, affinché non si valuti solo l’aspetto tecnico, ma anche i risvolti sociali, ambientali, culturali e paesaggistici”.
“Qualsiasi norma che punta alla semplificazione di una procedura ci trova favorevoli – concludono Ricci e Maio – e confidiamo in un confronto con le parti sociali prima di procedere all’approvazione di una così importante e significativa disposizione di legge”.